Referendum contro la chiusura delle scuole “bocciato”. Dal Comune di Como arriva il parere tecnico di non ammissibilità. Il giudizio, peraltro, è già concluso dopo che la giunta della Regione Lombardia con la deliberazione del 25 novembre scorso ha approvato il piano di organizzazione della rete e delle istituzioni scolastiche per l’anno 2025-2026. E’ quanto emerge dal verbale della commissione di esperti riunito nella seduta del 2 dicembre scorso che esprime un parere di non ammissibilità.
“Il referendum proposto sulla “riorganizzazione della rete scolastica, in particolare sulle chiusure dei plessi ‘Sauro’ e ‘Carluccio’ non rientra nelle materie di esclusiva competenza del consiglio comunale, ma è una materia (il dimensionamento scolastico) di competenza della giunta” spiega il segretario generale, Roberta Beltrame. “Pur riconoscendo – si legge ancora – che l’oggetto della proposta referendaria è di rilevante interesse per la comunità è quindi comprensibile la richiesta di attivazione di un istituto di partecipazione diretta quale la consultazione referendaria, in questa sede essendo chiamato ad una valutazione tecnica sullo specifico quesito presentato il segretario non può che esprimere un parere di non ammissibilità”.
Il movimento genitori delle elementari “Sauro” di via Perti e della materna “Carluccio” di via Volta aveva depositato 319 firme a sostegno della richiesta di una consultazione popolare per salvare i due istituti. A questo punto resta da capire, e le valutazioni sono in corso, se rimane aperta la strada di un ricorso al Tar, inizialmente definita “soluzione estrema”.
I genitori non si arrendono
“Noi siamo dell’idea che si debba aprire una discussione seria e ragionata sul tema – ha detto Vincenzo Falanga, referente del movimento – non salvaguardare le comunità che vive attorno alle scuole vuol dire non investire su chi abita in centro. Un centro storico privato di due plessi scolastici pubblici – conclude – crediamo non sia un investimento su chi vive o deciderà di vivere qui”.