(ANSA) – ROMA, 28 MAG – "Questa mattina abbiamo manifestato insieme alle principali realtà del settore della canapa legale per dire no all’articolo 18 del decreto sicurezza, che rischia di affossare un’intera filiera nata all’insegna della legalità, dell’innovazione e della sostenibilità. È una scelta miope e ideologica, che rappresenta una vera e propria regressione culturale, scientifica ed economica. Il decreto sicurezza mette in ginocchio oltre 3.000 aziende, minaccia più di 30mila posti di lavoro e blocca una filiera da mezzo miliardo di euro. Con un colpo solo si nega l’evidenza normativa a livello europeo e si colpisce un comparto che ha investito in agricoltura, ricerca, bioedilizia, cosmetica e alimentare. Solo a Roma parliamo di centinaia di attività, con saracinesche che rischiano di abbassarsi definitivamente: dietro ci sono ragazze e ragazzi, donne e uomini che hanno scelto di credere in un progetto, spesso rinunciando a percorsi lavorativi più stabili, e ora rischiano di perdere tutto. Come Roma in Azione continueremo a batterci, dentro e fuori le istituzioni, per difendere un settore che non ha bisogno di repressione, ma di regole chiare, certezze giuridiche e di una visione moderna". A dirlo sono stati il consigliere regionale di Azione, Alessio D’Amato, la consigliera capitolina di Azione, Flavia De Gregorio, e la consigliera del Municipio XIII di Azione, Claudia Finelli. All’iniziativa era presente anche il segretario di Azione Carlo Calenda. "La coltivazione della canapa – ha affermato Calenda – dà lavoro a 33 mila persone. Salvini ha deciso di chiudere il settore dalla mattina alla sera, molti perderanno il lavoro, altri andranno all’estero. Questo provvedimento va bloccato, è come se chiudesse una fabbrica delle dimensioni della Fiat". (ANSA).