(ANSA) – PERUGIA, 29 MAG – Emerge che è stata riqualificata in morte come conseguenza di altro reato e non omicidio colposo come si era appreso inizialmente l’accusa con la quale la Corte d’assise di Perugia ha condannato i cinque imputati a vario titolo per l’incendio avvenuto il 7 maggio 2021 alle porte di Gubbio, che distrusse un edificio adibito a laboratorio per il trattamento della cannabis light e provocò due morti. Nel dispositivo della sentenza viene confermato, oltre alle lesioni, anche il delitto di incendio doloso. In conseguenza del quale – secondo la prospettazione accusatoria – si verificò la morte dei due dipendenti. "Prevedibile" sempre in base a quanto ha sostenuto l’accusa con una tesi accolta dalla Corte. Riconosciuto poi il reato di possesso illegale di stupefacenti quale è stata ritenuta quella che sarebbe dovuta essere la cannabis light in lavorazione. "Soddisfatto per un processo che si è concluso in tempi rapidi" il procuratore di Perugia Raffaele Cantone. "Un ulteriore attestato – ha detto all’ANSA – per il lavoro dell’Ufficio. La prospettazione accusatoria è stata poi sostanzialmente accolta". (ANSA).