L’accusa ha chiesto la condanna all’ergastolo per i tre imputati nel processo in Corte d’Assise a Como per il sequestro e l’omicidio, nel 1975 di Cristina Mazzotti, rapita a 18 anni mentre rientrava nella villa di famiglia a Eupilio e trovata morta due mesi dopo in una discarica in provincia di Novara.
L’udienza di oggi è stata dedicata alla requisitoria del pubblico ministero Cecilia Vassena, che ha esordito richiamando l’attenzione sulla vittima. “E’ importante che la vittima non scompaia – ha detto – Cristina Mazzotti era una ragazza di 18 anni nel pieno della vita. Definire drammatico quello che le è accaduto è riduttivo. Il termine corretto è disumano”. “Nel caso di Cristina oggi parleremmo certamente di tortura”, ha aggiunto il magistrato.
Cecilia Vassena ha ricostruito quanto accaduto in questi 50 anni, dal 1975 a oggi e le ripercussioni sul processo che si celebra in corte d’Assise. Sul banco degli imputati Antonio Talia, Demetrio Latella e Giuseppe Calabrò. “Siamo chiamati a stabilire se possiamo collocare i tre imputati sulla scena del rapimento e a valutare la loro condotta rispetto al reato di omicidio”, ha sottolineato il pubblico ministero.
“Il sequestro di Cristina Mazzotti è stato organizzato e gestito dalla ‘ndrangheta, che all’epoca si stava insediando al Nord, con la manovalanza di delinquenti proprio del nord Italia, della zona”, ha ricostruito ancora Cecilia Vassena, ricordando poi il ruolo fondamentale dei collaboratori di giustizia, in particolare Antonio Zagari e Angelo Epaminonda.
Dopo oltre 7 ore di requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto la condanna all’ergastolo per i tre imputati. Per l’accusa, Calabrò, 75 anni, ha preso posto sul sedile del passeggero della Mini Minor del fidanzato di Cristina. Talia sarebbe stato invece alla guida della Fiat 125 che ha tagliato la strada all’auto dei ragazzi, bloccandola. Latella, unico che ha confessato di aver partecipato al sequestro e ha lasciato l’impronta sulla Mini Minor sarebbe poi salito sulla stessa Fiat 125.
Nella prossima udienza, a settembre, prenderanno la parola le parti civili quindi le difese.