Il nuovo progetto per lo stadio Sinigaglia è tornato sul tavolo della conferenza dei servizi, ma le modifiche proposte dal Como 1907 ancora non placano le polemiche. Dopo l’incontro tecnico svoltosi a Palazzo Cernezzi, dove è stata discussa la documentazione integrativa del club lariano, emergono dettagli che alimentano il malcontento tra cittadini e comitati: altezza ridotta ma non in linea con quanto richiesto dalla Soprintendenza, capienza in calo da oltre 15mila a 14mila spettatori, e volumi complessivi solo parzialmente rivisti.
A farsi portavoce dei malumori, questa volta è Mirella Quattrone, presidente del comitato “Tutela Zona Stadio di Como”, che attacca duramente la proposta del club: “Un’evidente sproporzione, al limite dell’offensivo”, afferma.
“È solo un grande business, non uno stadio”
Secondo Quattrone, il vero obiettivo del Como 1907 non sarebbe sportivo, ma sempre e solo “un grande business turistico-commerciale”, dove lo stadio diventa una vetrina secondaria.
Le critiche si fondano anche sulla relazione economica dello studio Demosion, incaricato direttamente dal Comune, che evidenzia forti squilibri nel progetto. Lo studio sottolinea che la concessione richiesta per 99 anni sarebbe del tutto sproporzionata: “al massimo dovrebbe essere di 40 anni”. Inoltre, nella proposta del club non è previsto alcun canone per l’uso dell’area, un’anomalia secondo lo studio, che stima un valore congruo in almeno 1 milione di euro l’anno.
A preoccupare è anche la discrepanza tra la riduzione dei posti a sedere – senza alcun ridimensionamento delle superfici commerciali previste – e l’assenza di contropartite reali per la città. “La famosa normativa sugli stadi – ricorda Quattrone – prevede un equilibrio tra investimento privato e beneficio pubblico. Equilibrio che, al momento, non riusciamo a vedere”.
Osservazioni entro il 2 agosto
La palla ora passa agli enti coinvolti, che dovranno presentare le loro osservazioni entro il 2 agosto, quando è atteso il giudizio finale. Un verdetto che potrebbe cambiare radicalmente il futuro del Sinigaglia, ma che rischia anche di infiammare ancora il dibattito cittadino.