(ANSA) – NAPOLI, 18 LUG – La "inadeguatezza dell’educazione impartita in famiglia", insieme alla responsabilità oggettiva per le malefatte del figlio minorenne, sono gli argomenti alla base della sentenza del Tribunale civile di Napoli che ha condannato i genitori di un ragazzino violento a risarcire con 15mila euro i danni provocati dall’immotivata aggressione a un suo coetaneo. I fatti – scrive oggi Il Mattino – risalgono a qualche anno fa, quando un gruppo di minorenni, nel centro storico di Napoli, aggredì due coetanei, senza alcun motivo scatenante. Uno del gruppo, in particolare, afferrò un oggetto contundente provocando danni indelebili sul viso della vittima. I responsabili vennero identificati, condannati penalmente e poi si è passati al tribunale civile per la valutazione dell’eventuale risarcimento del danno. E’ in questa sede, che la giudice Barbara Di Tonto, introduce la questione del deficit educativo: "La possibilità per i genitori di dimostrare di aver impartito al figlio un’idonea educazione è comunque destinata ad infrangersi, per lo meno in caso di illecito di particolare gravità, contro le modalità stesse in cui è avvenuto il fatto, che attestano di per sé sole l’inadeguatezza dell’educazione impartita". Ed ancora: "L’aggressione perpetrata dal minore ai danni di un suo coetaneo senza apparente motivo o comunque per motivi futili, con efferata violenza, sintomatica di un’indole assai deviata, realizzata mediante il ricorso a uno strumento contundente idoneo finanche a provocare la morte della persona offesa, sono modalità di per sé sole idonee ad attestare l’inadeguatezza dell’educazione impartita in famiglia". Secondo la presidente del Tribunale dei minorenni di Napoli, Paola Brunese, intervistata dal Mattino, la sentenza è "giusta, ineccepibile, perchè conferma l’importanza di chiamare direttamente in causa i genitori e le famiglie, come responsabili della formazione di un futuro cittadino". (ANSA).