
Le condizioni di Raphael Schumacher, l’attore comasco di 27 anni ricoverato in coma dalla notte di sabato dopo essere rimasto strangolato in scena mentre raffigurava un’impiccagione al teatro Lux di Pisa, si sono ulteriormente aggravate. Sono le ultime notizie arrivate dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Secondo quanto si apprende i danni cerebrali riportati sono irreversibili e il paziente non ha risposto positivamente alle terapie.
Intanto proseguono le indagini della procura di Pisa che si è indirizzata sulla strada del tragico infortunio sul lavoro. Nella serata di ieri il pubblico ministero ha nuovamente ascoltato la neodottoressa che ha dato l’allarme dopo avere notato che quella che doveva essere una simulazione si era trasformata in drammatica realtà. Oltre due ore di colloquio per cercare di ripercorre quei 4-5 minuti in cui si sono verificati i fatti.
“L’attore – ha spiegato il sostituto procuratore Giancarlo Dominjanni – doveva recitare un monologo di pochi minuti incentrato sulle difficoltà dell’esistenza di un quindicenne che si concludeva con la simulazione di un’impiccagione. Il testo prevedeva un’interazione con lo spettatore e Schumacher, prima del tragico evento, lo aveva rappresentato senza problemi”. Uno dei responsabili del Lux, però, ha riferito una versione diversa: “Il testo prevedeva una conclusione con l’impiego di una pistola, Raphael invece ha cambiato il finale senza comunicarcelo”.
Dettagli, al momento, che per gli investigatori non cambiano la cornice dentro la quale muoversi.
“Schumacher – ha sottolineato il pm – aveva già interpretato prima quel monologo davanti a uno spettatore senza intoppi, poi nella rappresentazione successiva la giovane ha fatto la tragica scoperta. Il nostro obiettivo ora è capire che cosa sia realmente accaduto in quei 4-5 minuti, tutto il resto viene dopo”. D’altra parte, ha chiosato il procuratore Alessandro Crini, “le uniche certezze che abbiamo riguardano le attuali condizioni del giovane: i danni cerebrali che ha subito sono compatibili con l’impiccagione e lo strangolamento, ma non riconducibili a un eventuale malore che potrebbe averne provocato uno scivolamento e il successivo strangolamento con la corda”.