Tredici ore nella sala d’attesa del pronto soccorso del Sant’Anna. Un’intera notte e buona parte della mattinata, prima di essere finalmente sottoposto ad accertamenti e visite ed essere dimesso.
Arnaldo Chianese ha 88 anni, vive a Como e da due settimane porta un tutore per la rottura del tendine di Achille. “Sabato scorso ho notato un ematoma dietro il ginocchio e, temendo che potesse essere una complicanza della lesione, i miei familiari mi hanno portato al pronto soccorso – racconta – Prima siamo andati al Valduce, ma siamo stati indirizzati al Sant’Anna. Sono entrato attorno alle 21 e ho atteso fino quasi a mezzogiorno di domenica per fare gli accertamenti necessari ed essere visitato e dimesso. Per fortuna non era nulla di serio”.
Il plauso al personale
L’anziano comasco, un passato da sindacalista, non se la prende con l’ospedale. “Voglio sottolineare che il personale è stato gentile, premuroso e professionale – dice – E’ evidente però che qualcosa nel sistema, nell’organizzazione non funziona. Le persone in attesa erano decine e capisco che ci siano delle priorità, ma c’erano altri anziani e pazienti fragili. E’ possibile che la risposta del sistema sanitario sia questa?”.
La replica dell’Asst Lariana
“In pronto soccorso è sempre il paziente più grave ad avere la precedenza – fa sapere l’Asst Lariana – Ai pazienti anziani e fragili viene assegnato un codice di priorità ma questa priorità ha effetti solo a parità di gravità clinica, diversamente il malato deve aspettare. La serata di sabato, come peraltro buona parte dei fine settimana, è stata caratterizzata da numerosi accessi con priorità di emergenza-urgenza. L’impegno di tutto il personale perché i disagi siano limitati e contenuti è massimo e siamo certamente dispiaciuti delle lunghe attese che i cittadini talvolta devono affrontare ma nel reparto di emergenza la precedenza è necessariamente per i più gravi”.
Il consigliere del Pd Orsenigo
“La sanità lombarda dimostra ancora una volta la propria fragilità. Serve una svolta reale – commenta il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo – Quanto accaduto è gravissimo e inaccettabile ma purtroppo non si tratta di un caso isolato. La sanità lombarda, così com’è oggi, non regge più. Non si parla di disservizi occasionali, ma di segnali inequivocabili di un sistema che mostra cedimenti su più piani: tempi di attesa interminabili, strutture sotto pressione, medici e infermieri sovraccarichi di burocrazia”. “Al personale va la mia solidarietà e riconoscenza ma non si può chiedere a chi opera in prima linea di tenere in piedi un’architettura sanitaria che fa acqua da troppe parti – conclude Orsenigo – Serve un cambio di passo deciso, radicale. Siamo disposti ad accettare che questa situazione diventi la normalità? La sanità è un diritto, non una roulette russa”.