Burocrazia e costi aumentati. E’ sempre più difficile lavorare in Svizzera per le imprese artigiane italiane, soprattutto dopo l’introduzione della LIA (legge sulle imprese artigianali) in vigore da febbraio, ma operativa da agosto, che obbliga le aziende a presentare domanda per iscriversi a un apposito albo, rispondendo a una serie di richieste, anche economiche, come la tassa da 2mila franchi, ai quali se ne aggiungono 300 per ogni categoria aggiuntiva. Di questo si è parlato oggi a Lariofiere a Erba durante il seminario promosso dalle Camere di Commercio di Como e Lecco, in collaborazione con Unindustria, per spiegare agli imprenditori lariani quali requisiti rispettare, tecnicamente, per poter continuare a lavorare in Svizzera. Esperti hanno quindi illustrato passo passo la procedura di iscrizione, spiegando i tempi e gli obblighi da rispettare, come la cauzione da versare o la retribuzione dei lavoratori distaccati, per evitare problemi e sanzioni.
E’ finito il tempo delle vacche grasse. Di fare quello che volete. Rispettate le decisioni di chi vi da lavoro e non rompete le scatole. Buffoni!!
ahahahaha Loretta hai proprio ragione. Ma poi, si chiedano cosa deve fare un artigiano Svizzero che vuole lavorare in Italia!!!! un mucchio di documenti, tempi di attesa di 4-6 mesi e poi si sentono dire di no!!! Cari Italianotti volete che vengano rispettati i bilaterali, ma voi li rispettate??? e no per voi sono solo unilaterali!!! Invece di continuare a farci le battaglie perche’ a voi non stanno bene le nostre decisioni iniziate a creare posti di lavoro per i vostri cittadini invece di criticare chi da lavoro a piu’ di 60’000 persone!!! Iniziate a guardare a casa vostra invece di impicciarvi del Ticino!!