Al dolore potrebbe aggiungersi la rabbia di non essere riconosciuti come parte lesa e di non avere in alcun modo giustizia. Sono stati costretti dunque ancora a ricorrere alle vie legali i familiari dei comaschi coinvolti loro malgrado nello scandalo del forno crematorio di Biella, che ha interessato decine di defunti, compresi molti comaschi.
I responsabili dell’impianto erano stati arrestati al termine di una delicata indagine per il sospetto di gravi irregolarità nella gestione delle cremazioni. Gli inquirenti hanno ipotizzato che le ceneri siano state confuse, mischiate o persino gettate tra i rifiuti. Oltre 400 famiglie di defunti cremati a Biella si erano fatte avanti per avere chiarezza su quanto accaduto ai loro cari.
La Procura di Biella però sta presentando la richiesta di archiviazione per la maggior parte delle istanze avanzate dalle parti lese. E’ il caso di una donna comasca che ha chiesto certezze sulle ceneri del marito, che era stato portato a Biella per la cremazione. Davanti alla richiesta di archiviazione della pratica, tramite il suo legale la vedova ha presentato un’opposizione all’istanza, chiedendo che il caso sia approfondito per poter dare risposte certe ai familiari.
La vedova e i parenti del defunto chiedono un’analisi genetica che permetta loro di avere certezze sulle sorti delle ceneri del loro caro. L’opposizione all’archiviazione è già stata presentata e ora c’è attesa per la decisione del giudice piemontese.