Una folla. Persone, soprattutto giovani, ammassate una accanto all’altra, spesso senza mascherine, intente a chiacchierare e in molti casi pure a ballare, contro ogni regola. Scene che si ripresentano identiche ogni fine settimana nonostante le norme sul distanziamento e sull’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale per coprire naso e bocca.
Le segnalazioni e le proteste sono continue e i residenti sono esasperati. All’inizio dell’estate, gli agenti della polizia della questura di Como erano intervenuti con controlli a tappeto e chiuso temporaneamente alcuni locali per il mancato rispetto delle norme anti contagio. Oltre agli interventi delle forze dell’ordine però, di fatto non è stato preso alcun provvedimento per risolvere il problema.
L’amministrazione comunale è rimasta a guardare nonostante il moltiplicarsi di lamentele e proteste. “Ritengo doveroso fare chiarezza – ha detto l’assessore al Commercio Marco Butti dopo l’ennesimo week-end di folla senza regole – Non si tratta di movida, di conseguenze e colpe dei locali e di città turistica. Nulla di tutto questo. Si tratta di incoscienza, maleducazione e mancanza di rispetto. L’ennesima riprova è l’accumulo di sporcizia e rifiuti abbandonato da questi ragazzi, che nella maggior parte dei casi arrivano in piazza con lattine e alcolici comprati altrove”.
Il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli, difende gli esercenti. “L’accesso a bar e ristoranti è limitato dalla normativa anti Covid ed è quindi naturale che i ragazzi si riversino nelle piazze – attacca – Sfatiamo il mito degli esercenti cattivi, i gestori sono i primi ad essere terrorizzati dal subire sanzioni. D’altronde le discoteche sono chiuse, i locali hanno capienza limitata e i ragazzi hanno voglia di stare insieme: non colpevolizziamoli per questo. Altro discorso sono gli schiamazzi a tarda ora che infastidiscono chi vuole legittimamente dormire”.
Chi deve controllare cosa fa? chiacchere e melina.