Tre mesi di condanna al padre musulmano che avrebbe impedito alla figlia di vestirsi all’occidentale, imponendole i più rigidi dettami islamici, a partire dal velo. L’uomo, di origini marocchine, è stato riconsociuto colpevole in primo grado per abuso di merzzi di correzione e disciplina e la ragazzina continua a vivere in una struttura protetta, dov’era stata portata durante le fasi di indagine. Un’indagine iniziata quasi per caso. Una mattina, un poliziotto nota la 14enne per strada, da sola, e le pone alcune domande. Lei ha saltato la scuola. Quando l’agente dice che l’avrebbe riportata a casa, la ragazzina scoppia a piangere e racconta le pressioni e le imposizioni del padre. Padre che, durante alcune liti particolarmente accese, avrebbe anche preso la figlia a schiaffi e cinghiate. Nello zainetto della scuola, la ragazza aveva anche il velo islamico ripiegato. Quel velo che il padre le avrebbe imposto di portare, mentre lei voleva vestirsi come le amiche, con uno stile occidentale.
Al termine dell’indagine, la vicenda – nata nella Bassa Comasca – è sfociata in un processo, al Tribunale di Como. Processo che, come detto, si è concluso in primo grado con la condanna a tre mesi del 50enne marocchino.
La ragazza, al momento di andare in aula a testimoniare contro il padre aveva accusato un malore ed era stata soccorsa dal 118. Resta ospite nella struttura protetta alla quale era stata affidata.