Nascono sempre meno bambini, non è una novità. Il dato dei primi mesi del 2016 però va oltre il trend di diminuzione che prosegue da anni e suscita inevitabilmente qualche domanda. A Como, tra Sant’Anna e Valduce, da gennaio ad aprile i fiocchi rosa e azzurri sono stati un centinaio in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. Se la situazione dovesse proseguire anche nel resto dell’anno, la proiezione sarebbe di circa 300 neonati in meno, con una riduzione che si attesterebbe al di sopra del 10% nei presidi del capoluogo. I numeri, per cominciare, partendo da un dato regionale: in Lombardia, dal 2014 al 2016 i neonati sono passati da circa 93mila a 88mila, con una riduzione del 3%. Da un anno con l’altro, il Sant’Anna ha “perso” 70 parti. Nell’anno in corso, città come Mantova e Cremona si stanno attestando sui livelli più bassi mai registrati nell’attuale millennio per quanto riguarda le nascite sul territorio. A Como, quello che sta accadendo quest’anno sembra – almeno stando ai primi mesi – ben più negativo rispetto alle previsioni. Da gennaio ad aprile, nel reparto di ostetricia del Sant’Anna sono nati 589 bambini, pari a 34 in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. Non va meglio spostandosi nell’altra maternità di Como, quella del Valduce. La fredda contabilità delle nascite parla di un totale di 362 piccoli che hanno visto la luce nei primi quattro mesi del 2016 in via Dante, ben 63 in meno rispetto allo scorso anno. Il dato peggiore è quello di aprile, con soli 80 nati, ben 43 in meno rispetto allo stesso mese del 2015 e il dato in assoluto peggiore degli ultimi 15 anni. Nel complesso, sembra che la situazione sia simile anche allargando lo sguardo all’intera provincia, comprendendo dunque i reparti di ostetricia del Fatebenefratelli di Erba e del Moriggia Pelascini di Gravedona. La prospettiva sembra dunque quella di arrivare a fine anno con il rischio di un calo dei neonati a due cifre, superiore al 10% complessivamente. Inevitabile qualche riflessione. «Non spetta certo a me ragionare sulle cause o fare analisi sociologiche – premette il primario di Ostetricia e ginecologia del Sant’Anna, Renato Maggi – Certamente posso confermare che i numeri mostrano un calo significativo. Questo si ripete già da anni. Sembra che le coppie abbiano paura a mettere al mondo un figlio, che in molti casi non se la sentano, per molti motivi. Inoltre, tanti rimandano la decisione di avere un figlio e questo contribuisce a ridurre la possibilità di concretizzare effettivamente il desiderio». «La sensazione – aggiunge Maggi – è che stia diminuendo anche il numero dei bambini figli di coppie di immigrati, che fino a qualche tempo fa contribuivano a tenere più alte le nascite sul territorio». «Al di là dei numeri, sui quali non possiamo intervenire, per quanto ci riguarda lavoriamo invece per aumentare il più possibile la sicurezza per mamme e neonati – aggiunge Maggi – Da tre anni applichiamo un metodo innovativo per l’addestramento del personale su eventuali emergenze e rischio di eventi avversi. Si tratta di un lavoro multidisciplinare che coinvolge l’intera équipe e prevede la simulazione degli scenari più difficili che si possono verificare. Il personale viene messo alla prova e si mette in gioco sia dal punto di vista pratico sia emotivo».