“Riportare a doppio senso due lati del girone? L’importante è che per farlo non si penalizzi il trasporto pubblico locale, altrimenti il progetto rischia di essere un fallimento”. Oggetto del contendere è il piano del traffico di Como. A parlare, questa volta, è Paolo Frisoni, oggi assessore della giunta Lucini e trent’anni fa membro dell’amministrazione comunale che istituì il famoso girone, il percorso veicolare che circonda la città murata.
La discussione sull’aggiornamento del piano del traffico comasco è appena iniziata, ma cresce di giorno in giorno l’esercito dei dubbiosi. Le novità ipotizzate dall’amministrazione comunale, in primis dal settore Mobilità, sono numerose e ruotano intorno al concetto di ridurre le auto in convalle, soprattutto in alcune zone come via Milano Bassa o il lungolago. Proprio per limitare il transito sul lungolago, che potrebbe addirittura essere pedonale nei festivi, nella proposta di partenza si parla di modificare il girone, l’anello di traffico a senso unico ideato nell’87, riportandolo a doppio senso su due lati, da viale Cattaneo a viale Lecco.
“Entrerò nel dettaglio del piano solo quando arriverà in giunta e sarà ufficiale” taglia corto l’assessore Frisoni, che però non rinuncia a fare qualche considerazione, esprimendo più di una perplessità. “Il girone è stato creato per avvantaggiare il trasporto pubblico locale attraverso un sistema di corsie preferenziale che permette ai mezzi di uscire dalla città evitando il traffico – spiega Frisoni – se per rendere più snello il lungolago venissero penalizzati gli autobus, con tempi di percorrenza più lunghi, avremmo un piano del traffico inefficace”.