La Svizzera apre una battaglia contro l’accordo di libera circolazione delle persone siglato nel 1999 con l’Unione Europea.
O meglio: la crociata viene lanciata dall’Unione Democratica di Centro, il partito ultraconservatore che inizierà a raccogliere tra pochi giorni le firme necessarie per portare i cittadini alle urne e far votare loro l’iniziativa che potrebbe mettere una pietra tombale sull’accordo di libera circolazione.
Un referendum ancora una volta pro o contro l’Europa per il quale si voterà, con ogni probabilità, nel 2019, anno in cui si rinnovano in Svizzera sia il Parlamento federale sia molti Parlamenti cantonali (Ticino compreso).
La notizia è stata confermata in diretta Tv, venerdì sera, dal presidente dell’Udc, il consigliere nazionale Albert Rösti. «Per una immigrazione moderata è un’iniziativa “di limitazione” – ha spiegato il politico democentrista – prevede che la Svizzera regoli in modo autonomo la sua immigrazione e che non possa essere concluso alcun nuovo accordo internazionale sul libero accesso di cittadini stranieri nella Confederazione». Insomma: confini svizzeri sempre più blindati e cancellazione dei bilaterali con l’Unione Europea.