“La nostra famiglia non nutre rancore né desidera vendetta, ma ci auguriamo che il colpevole voglia confessare pienamente e chiederci scusa per averci tolto il nostro amato Gaetano”. La nonna del 20enne travolto e ucciso da un’auto il 20 ottobre scorso si fa portavoce del sentimento dei familiari del ragazzo dopo la svolta nelle indagini e le accuse nei confronti del presunto pirata.
“Ringraziamo gli agenti della squadra Mobile e il magistrato per avere fatto luce su una vicenda tanto oscura – dice la donna – Mia figlia è ancora molto provata, ma questo sviluppo nelle indagini spero possa darle un po’ di tranquillità”.
Il 31enne di Cassina Rizzardi accusato di aver investito Gaetano Banfi respinge le accuse e ribadisce di aver trovato il ragazzo già a terra, in fin di vita, sulla strada.
“Il quadro probatorio appare molto chiaro: l’indagato ha cercato di sviare da sé l’attenzione al momento del fatto, probabilmente, anche per evitare l’alcool test – dichiara invece Pierpaolo Livio, il legale che assiste la famiglia di Gaetano Banfi – Nelle successive dichiarazioni rilasciate agli inquirenti è incorso in tali e tante contraddizioni da portare alle accuse nei suoi confronti”.
Come è emerso dalle indagini, quando è uscito per l’ultima volta, la sera del 19 ottobre scorso, Gaetano aveva dimenticato di prendere le chiavi di casa. Forse proprio per quello, come aveva fatto altre volte, quando si è reso conto, per evitare di svegliare la mamma ha preferito continuare a camminare ancora un po’ prima di rientrare. Per questo sarebbe arrivato in via Paoli, nel sottopasso dove ha trovato la morte.