Pubblicati i risultati di un’indagine svolta da Regione Lombardia e da Arpa Lombardia sulla variazione dei fattori di pressione e sull’andamento della qualità dell’aria generato dalle misure di restrizione introdotte per contrastare la diffusione del virus.
A partire dallo scorso 23 febbraio, la progressiva adozione di misure di contenimento del contagio da Coronavirus, con il crescente stop alle attività e allo spostamento delle persone, ha determinato in Lombardia, una situazione che, evidenziano gli esperti, che sotto l’aspetto scientifico, rappresenta un laboratorio unico, per comprendere e prevedere quali possano essere nella realtà le conseguenze di alcuni provvedimenti finalizzati a migliorare la qualità dell’aria.
L’assessore lombardo all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo ha commentato: “L’emergenza e la progressiva adozione delle misure di contenimento del virus ha determinato una situazione straordinaria e irripetibile in condizioni ordinarie. Dai dati analizzati e’ possibile osservare come sul particolato la variabile meteorologica rimanga predominate nel determinare gli andamenti, nonostante una ovvia riduzione collegata alle minori emissioni”
Lo studio ha individuato due periodi distinti: il primo, compreso tra il 23 febbraio e l’8 marzo 2020, caratterizzato dalle prime misure su aree più limitate e il secondo, a partire dal 9 marzo, caratterizzato da misure più incisive estese a tutto il territorio nazionale. I dati disponibili sono stati analizzati fino alla data del 29 marzo 2020.
L’analisi ha valutato la riduzione dei fattori di pressione nei principali settori, quali traffico veicolare, consumi energetici, riscaldamento e attività agricole/zootecniche.
L’analisi della qualità dell’aria, ha visto per il biossido di azoto (NO2) e ancora più per il monossido di azoto (NO) e per il Benzene, concentrazioni sensibilmente calate. In questo caso è quindi più evidente l’effetto della riduzione delle emissioni connessa alla riduzione dei flussi di traffico, che in ambito urbano è certamente la prima fonte di ossidi di azoto.
Riguardo ai valori di PM10 e PM2.5, i dati del mese di marzo, evidenzia un alternarsi di giornate con concentrazioni più alte e altre con valori inferiori. Ad esempio, dal 18 al 20 marzo si è registrato un incremento significativo di polveri sottili in gran parte della regione, nonostante la riduzione dei flussi di traffico e di parte delle attività industriali, è risultato chiaro il contributo della situazione meteorologica più favorevole all’accumulo.
In conclusione lo studio ha evidenziato la particolare influenza di 3 fattori sugli inquinanti: riduzione delle emissioni (in particolare dal settore trasporti), variazione delle condizioni meteorologiche (comunemente meno favorevoli all’accumulo in questo periodo dell’anno) e condizioni ambientali che influiscono sulle reazioni chimico-fisiche in cui sono coinvolti gli inquinanti.
Dall’analisi
dei dati di qualità dell’aria –conclude l’Arpa- risulta che le misure messe in
atto per fronteggiare l’emergenza hanno certamente determinato una riduzione
delle emissioni derivanti in particolare dal traffico veicolare, che sono più
evidenti analizzando le concentrazioni degli inquinanti legati direttamente al
traffico – NO, benzene e in parte NO2.
Lancio arpa studio
Le restrizioni legate all’emergenza in corso e l’ambiente, Arpa Lombardia, in collaborazione con la Regione, ha pubblicato una prima indagine sullo stato della qualità dell’aria.