Era il 22 gennaio 2020. Esattamente undici mesi fa, quando per la prima volta Etg dedicava un servizio al “nuovo virus cinese”, che all’epoca sembrava una minaccia remota, lontana e nemmeno così pericolosa come purtroppo poi si è rivelata.
Era l’inizio della pandemia.
E’ trascorso meno di un anno, ma sembra passata un’eternità.
Di lì a poco, nel giro di un mese, sarebbe stato individuato il paziente 1 a Codogno.
Il resto è storia recente, segnata da tappe difficili e drammatiche che abbiamo affrontato imparando termini e concetti nuovi.
Dal distanziamento sociale al lockdown. Assembramento, contagio, droplet, mascherine. Termini e concetti che sono entrati nella ruotine quotidiana. Routine dalla quale sono spariti altri elementi, come il semplice gesto di stringersi la mano o di abbracciarsi.
Dopo un anno, due ondate, quasi due milioni di contagi e quasi 70mila decessi, l’Italia – e in particolare la Lombardia, segnata violentemente da entrambe le ondate – spera che il vaccino possa lentamente piegare quel nemico che, a gennaio, sembrava lontano e poco minaccioso, e che oggi, in un anno, ha messo a durissima prova l’economia e la società italiana.