Il Tar del Lazio boccia la didattica a distanza e uno dei Dpcm, i decreti del presidente del Consiglio firmato dall’ex premier Giuseppe Conte. L’anno scolastico è ripartito con tutti gli studenti in presenza, ma la decisione del tribunale amministrativo regionale del Lazio su un ricorso presentato da un gruppo di genitori rappresentati da otto avvocati tra i quali il comasco Ruggero Tumbiolo ha certamente un valore simbolico ed è destinata a restare un punto di riferimento.
Nel gennaio scorso, il Tar della Lombardia aveva già accolto un ricorso analogo contro un’ordinanza regionale che prevedeva la dad per gli studenti delle scuole superiori. Ora il nuovo pronunciamento del tribunale del Lazio in risposta a un gruppo di genitori di studenti di diverse regioni d’Italia. Mamme e papà avevano impugnato il Dpcm del 14 gennaio 2021.
“Il decreto nel frattempo è scaduto, ma nel merito il Tar ha dichiarato l’illegittimità del Dpcm con riferimento alle previsioni impugnate, censurandolo per un difetto di istruttoria – commentano i legali che hanno presentato il ricorso – Una decisione molto importante”.
Nel provvedimento si legge tra l’altro che l’obbligo della didattica a distanza “non risulta supportato da specifiche indicazioni del comitato tecnico scientifico né, peraltro, da studi orientati a verificare il ruolo dell’attività scolastica nella diffusione del contagio all’interno e all’esterno dei plessi, essendo carente un’analisi di tipo epidemiologico in tal senso e un’indagine tesa a verificare la possibilità di porre in essere misure contingenti straordinarie finalizzate a garantire a tutti gli studenti la frequenza in presenza dell’intero monte ore settimanale”.
“Nella sostanza vengono accolte le critiche alla didattica a distanza sollevate da genitori e studenti – concludono i legali – che si erano opposti alle lezioni online sulla base del riconosciuto difetto di istruttoria e dei diritti fondamentali degli studenti”.