Sull’assegno unico per i frontalieri ancora troppe incertezze. E’ il commento di Cgil, Cisl e Uil in seguito all’incontro di ieri con la Direzione Nazionale dell’INPS. Il confronto doveva chiarire proprio alcuni aspetti sull’erogazione del sostegno economico che entrerà in vigore dal prossimo 1° marzo.
Assegno unico: le differenze per i frontalieri
In particolare, per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che svolgono la propria prestazione all’estero nei paesi confinanti o limitrofi della Ue, le difficoltà sono connesse ai flussi di domande che gli Istituti di sicurezza sociali esteri si troveranno a gestire. Per superare l’inevitabile “collo di bottiglia” che si verrà a determinare, i sindacati hanno richiesto all’Inps di accelerare i mandati di pagamento delle domande di assegno unico già pervenute. Non solo, l’invito è anche di aprire un canale di comunicazione privilegiato con le singole casse di compensazioni dei paesi esteri. Verosimilmente i primi assegni verranno erogati dall’Istituto previdenziale a partire dalla metà di marzo.
Residenza criterio esclusivo
Resta confermato il criterio esclusivo della residenza ai fini dell’erogazione del sostegno economico. Per Cgil, Cisl e Uil in contrasto con gli accordi bilaterali sottoscritti con i paesi non Ue. Questo impedisce l’erogazione dell’assegno unico per quei frontalieri che residenti all’estero, lavorano in Italia. Inoltre, accertato l’effetto di assorbimento degli assegni familiari erogati fino al 28 febbraio, questi ultimi non saranno più corrisposti ai frontalieri in entrata nel nostro Paese.
Appello ai Ministeri
Una situazione da risolvere quella dei criteri da osservare per l’erogazione dell’assegno unico per i frontalieri da risolvere. Per questo motivo i sindacati ora si rivolgono al governo. In particolare al Ministero del Lavoro ed al Ministero dell’Economia e Finanze. A questi ultimi chiedono un’iniziativa urgente per garantire la parità di condizioni e le risorse necessarie per la sua attuazione. Mentre al Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione e a quello della Famiglia, rispettivamente la garanzia del rispetto delle convenzioni e norme internazionali e l’adeguata protezione sociale ai nuclei familiari di tutti lavoratori frontalieri in entrate ed in uscita nel e dal nostro Paese.