È (quasi) parità tra franco ed euro: la guerra in Ucraina ha innescato una svalutazione della moneta europea piuttosto rapida, a vantaggio di valute rifugio come sterlina, dollaro e – per l’appunto – franco svizzero. Nelle scorse ore, un ulteriore, forte scossone alla stabilità dell’euro è stato inflitto anche dall’attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ieri Piazza Affari è crollata del 6.24%, il peggiore risultato del Vecchio Continente. Per acquistare un euro oggi serve un franco o poco più (1,002). Solamente un mese fa il cambio era a 1,06.
GLI EFFETTI AL CONFINE
Possono sembrare scarti marginali, eppure hanno conseguenze tangibili nelle zone di confine tra Italia e Svizzera, come Como. Il primo effetto è sugli stipendi dei frontalieri, che guadagnano potere d’acquisto. Per lo stesso principio, anche gli stipendi svizzeri guadagnano potere d’acquisto, quindi per i cittadini elvetici è ancora più conveniente acquistare beni e servizi in Italia. L’indebolimento dell’euro potrebbe quindi favorire i commercianti italiani nelle zone di confine, come Como, che potrebbero aumentare le vendite ai già ottimi clienti svizzeri.
AUMENTA IL PIENO IN SVIZZERA
Per contro, il rafforzamento del franco sull’euro rendere per gli italiani gli acquisti in Svizzera ancora più cari. Pensiamo quindi al pendolarismo del carburante. Il pieno di benzina oltreconfine, vecchia abitudine dei comaschi, è diventato più costoso.