L’ultima aggressione risale a ieri e riguarda una bambina di due anni e mezzo che, mentre giocava in casa a Sesto San Giovanni con la sorellina, è stata azzannata dal pitbull di famiglia ed è stata trasportata in gravi condizioni all’ospedale di Bergamo. Un’altra aggressione, fatale per un bimbo di 13 mesi, soltanto poche settimane fa a Eboli, in provincia di Salerno. Gli episodi si susseguono, tanto che sulla questione si è aperto un dibattito.
“Il problema è la gestione di certe tipologie di cani – spiega Marco Marelli, presidente di Enpa Como – Bisogna davvero avere delle competenze che purtroppo quasi nessuno ha e questi cani vengono presi perché adesso è diventata una moda, ma i pitbull sono cani molto difficili da gestire”.
È necessario essere consapevoli delle caratteristiche peculiari del pitbull. “Non è neanche una razza riconosciuta, – dice Marelli – quindi ufficialmente è un meticcio e il pitbull, se nato come cane da combattimento, visto che in origine era nato per combattere i tori nelle fosse in Inghilterra, non può essere trattato come un peluche da tenere in appartamento, in spazi ristretti o lasciato per ore da solo. In questi casi i cani si stressano tantissimo e poi vengono fuori i problemi”.
Il consiglio, per chi intende adottare un pitbull, è quello di farsi seguire da un istruttore o educatore cinofilo.
E intanto i canili si riempiono di pitbull: in quello della Valbasca a Como rappresentano il 30% del totale dei cani ospitati, ma in altri canili la situazione è anche peggiore.