(ANSA) – L’AQUILA, 21 MAG – Rinvio al 18 giugno per la terza udienza del processo ai tre palestinesi arrestati con l’accusa di terrorismo. La decisione è stata presa a causa del mancato deposito delle traduzioni delle chat in arabo da parte del perito incaricato. I tre, Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, erano stati arrestati dalla Digos dell’Aquila nel marzo 2024 con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo, ma Irar e Doghmosh erano stati scarcerati per insufficienza di prove. Durante l’udienza, l’avvocato di riferimento del collegio difensivo, Flavio Rossi Albertini, ha ribadito che Yaeesh ha sempre rivendicato il suo impegno nella resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana, mentre gli altri due accusati si sono dichiarati estranei ai fatti, pur manifestando interesse per le vicende politiche della Palestina. La tesi accusatoria resta sotto esame, e le prossime udienze sono già state calendarizzate: dal 25 al 27 giugno per i testimoni dell’accusa e 9 e 10 luglio per i pochi testimoni ammessi nella difesa e per eventuali dichiarazioni degli imputati. Sempre il 10 si arriverà a sentenza. L’avvocato Rossi Albertini ha anche sottolineato un altro punto importante: "Il pubblico ministero aveva richiesto l’acquisizione di oltre 20 verbali di interrogatori compiuti da prigionieri palestinesi e condotti dalle forze di sicurezza israeliane, tra cui lo Shin Bet e i servizi segreti. Questi, secondo l’ipotesi d’accusa, avrebbero dovuto rappresentare un elemento di riscontro all’indagine italiana. Tuttavia, la Corte ha dimostrato di essere rispettosa dei dettami del nostro codice di procedura penale e ha disposto la restituzione di questi verbali, pertanto non potranno essere utilizzati in alcun modo nel processo italiano". Nel corso della giornata, Luigia Di Biase, una delle manifestanti presenti al sit-in organizzato in contemporanea fuori dal tribunale dell’Aquila, ha dichiarato: "Condannando i tre, si vuole criminalizzare in generale qualsiasi voce di protesta o di dissenso contro il genocidio, contro l’apartheid, contro l’occupazione coloniale espansionista". (ANSA).