(ANSA) – PERUGIA, 29 MAG – Condanne da dieci a 18 anni di reclusione sono state inflitte dalla Corte d’assise di Perugia ai cinque imputati a vario titolo processati per l’incendio avvenuto il 7 maggio 2021 alle porte di Gubbio, che distrusse un edificio adibito a laboratorio per il trattamento della cannabis light e provocò la morte di due dipendenti, Samuel Cuffaro, 21 anni, ed Elisabetta D’Innocenti, 52. Il giudice ha comunque derubricato il reato contestato omicidio volontario con dolo eventuale a colposo. In particolare i giudici hanno condannato a 18 anni e un mese Alessandro Rossi, legale rappresentante di Greenvest e Green genetics, le società che producevano e commercializzavano la cannabis light, a 14 anni Gabriele Muratori, legale rappresentante, Giorgio Mosca, proprietario dell’immobile dato in affitto, e Luciano Rossi, considerato dall’accusa socio occulto e gestore di fatto di entrambe le società, mentre 10 anni sono stati inflitti Gloria Muratori, legale rappresentante della Greenvest. Secondo gli inquirenti fu l’utilizzo di un solvente "altamente infiammabile" come il pentano e di lavatrici a ultrasuoni a innescare l’incendio e l’esplosione che devastarono lo stabile e uccisero Cuffaro e D’Innocenti, provocando inoltre il ferimento di altri due dipendenti. Il laboratorio risultò quindi riconducibile a due società che si occupavano una della "coltivazione di piante aromatiche e farmaceutiche" e l’altra del "commercio all’ingrosso di fiori e piante". Da subito venne ipotizzato che l’incendio si fosse verificato in conseguenza della tecnica di abbattimento della percentuale del Thc, il principio attivo, della cannabis. "Attendiamo le motivazioni della sentenza per capire il percorso logico giuridico della Corte" ha detto all’ANSA l’avvocato Ubaldo Minelli, legale di parte civile della famiglia Cuffaro. "Riteniamo però – ha aggiunto – che dall’istruttoria siano emersi tutti gli elementi sintomatici del dolo eventuale già indicati per la sentenza ThyssenKrupp. Quelle inflitte sono comunque pene pesanti". Di "sentenza inconcepibile" ha parlato invece l’avvocato Luca Maori, difensore di Mosca. "Il mio assistito non ha alcuna responsabilità e anzi dovrebbe essere ritenuto persona offesa, altro che concorrente" ha aggiunto. (ANSA).