Nuovo Stadio Sinigaglia di Como: l’iter di valutazione del maxi-progetto elaborato dal Como 1907 –e presentato lo scorso febbraio in Comune – avrebbe incassato due cartellini gialli nell’ultima riunione della conferenza dei servizi, datata 27 maggio.
In particolare, sarebbero emersi due ordini di perplessità in merito all’intervento. Intervento che, oltre all’impianto di calcio, prevede un importante inserimento di superfici commerciali: rooftop bar, ristorante, farmacia, centro espositivo, una galleria di negozi in viale Puecher, un hotel di lusso non lontano dal monumento ai Caduti e un centro di servizi medici, oltre a un autosilo a poche centinaia di metri di distanza nell’area del Pulesin.
I due aspetti sui cui sono state avanzate le osservazioni
E le prime perplessità emerse in conferenza dei servizi sarebbero proprio legate all’equilibrio economico-finanziario dell’opera, che comprende il costo necessario per realizzarla e la previsione degli introiti generati dalle attività commerciali. Il piano economico-finanziario, secondo il gruppo di professionisti incaricati dal Comune di Como, sarebbe sbilanciato e andrebbe rivisto in più punti.
Il secondo cartellino giallo sarebbe ancora più delicato, poichè andrebbe a impattare direttamente sul progetto del nuovo stadio.
La Soprintendenza, che partecipa alla conferenza dei servizi in quanto il Sinigaglia è un bene tutelato (inserito peraltro in un quartiere razionalista unico al mondo), avrebbe espresso un parere secondo il quale le dimensioni della struttura prevista andrebbero ridotte in modo sostanziale.
L’architetto Maria Mimmo, funzionario responsabile per la provincia di Como interpellata si limita a dire che è stata fatta una valutazione molto completa dato anche il valore del luogo e rinvia tutto, per rispetto istituzionale, a quando il Comune – raccolte tutte le osservazioni degli enti chiamati a esprimersi – farà la necessaria sintesi.
Tornando a quanto è emerso dopo l’ultima conferenza dei servizi, non si tratta, per ora, di una battuta d’arresto, ma certamente di criticità che per un progetto così imponente, in un’area così delicata e con un quadro normativo così complesso, sono inevitabili.
Sono, peraltro, le stesse criticità espresse il mese scorso dall’Ordine degli Architetti di Como, che in una lettera aperta parlava di volumi eccessivi e di un “forte sbilanciamento dei benefici a favore della parte privata” (ne parlavamo qui).