Arredo e turismo, prestigiose punte di diamante dell’economia comasca, sono in ginocchio.
Prima la pandemia ha portato alla chiusura di alberghi e ristoranti, poi è arrivata la notizia della cancellazione del Salone del mobile 2020, decisa dai vertici dell’Esposizione internazionale, che per l’aggravarsi della emergenza sanitaria, hanno rinunciato al rinvio da aprile a giugno, e ora tutti gli sforzi andranno per la 60° edizione, in calendario dal 13 al 18 aprile 2021.
Due colpi all’economia del nostro territorio, forte traino anche per l’indotto, che fanno paura.
“Stavamo per affrontare il migliore anno che abbiamo mai visto –commenta il presidente dell’albergo Britannia di Cadenabbia, Ross Whieldon- poi, con le prime disposizioni legate alla pandemia, sono arrivate le prime cancellazioni delle prenotazioni, infine la chiusura totale.
Oggi registriamo le disdette da parte degli operatori stranieri fino a fine giugno, molti dei nostri agenti cercano di convincere i clienti a prenotare per giugno 2021. La speranza è quella di poter riaprire al più presto, uno dei nostri più grandi operatori inglesi spera di riprendere con maggio, lo spero anch’io ma il problema non è solo italiano, ad esempio, per le nuove prenotazioni dall’estero, prima devono riaprire gli aeroporti.
In ogni caso –sottolinea Whieldon- sotto un certo numero di ospiti le strutture non sono comunque in grado di aprire.
Il danno economico causato dalla pandemia per l’intero settore è incalcolabile, inoltre oltre all’incertezza sulla riapertura, c’è anche quella legata al tipo di sostegno economico che verrà elargito dallo Stato.
Speranza di riapertura verso metà maggio.
Cambia il settore ma l’umore è lo stesso, Franco Cappellini, titolare della Cornelio Cappellini di Mariano Comense e associato alla Federlegno, evidenzia come la cancellazione del Salone non aiuta certo il settore, in crisi dal 2008 e che negli ultimi anni aveva iniziato a vedere i primi spiragli di luce proprio grazie al mercato estero, guidato da Cina, Russia e Stati Uniti.
“C’è un generale rallentamento nell’arrivo die nuovi ordini, da almeno una decina di giorni stavamo riprendendo a lavorare con la Cina, ma ora siamo noi ad essere bloccati”. Per Cappellini la speranza è di poter riprendere le attività da metà aprile, prima che la situazione diventi ancora più critica.