Respinge l’accusa di omicidio volontario e dice di aver agito per “alleviare le sofferenze”. Così si è difeso oggi davanti al Gip Leonardo Cazzaniga, l’anestesista comasco arrestato martedì insieme con l’amante, Laura Taroni, infermiera di Lomazzo, in seguito all’inchiesta sulle morti sospette in ospedale a Saronno. Interrogatorio di garanzia anche per la donna che però si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Oggi intanto i 12 indagati nella stessa iindagine sono stati rimossi dal lavoro e messi allo stipendio di base mentre il direttore sanitario dell’ospedale di Saronno, Paolo Valentini, così come il primario di Pronto Soccorso, Nicola Scoppetta, sono stati destinati a altri incarichi.
L’avvocato dell’anestesista, sempre oggi, ha presentato un’istanza per gli arresti domiciliari. Al momento l’accusa per il medico è di aver causato cinque decessi, tra questi anche quello del marito di Laura Taroni. I casi in esame sono molti di più e riguardano anche altri parenti della coppia. Dunque lo specialista si è difeso parlando di decisioni prese per alleviare le sofferenze. L’ordinanza che ha portato i due in carcere evidenzia una conversazione specifica.
Un’intercettazione ambientale, effettuata in auto, lo scorso 19 giugno in particolare, secondo gli investigatori risulta particolarmente significativa. “Nel corso della conversazione – scrivono gli inquirenti – commentando ancora una volta le indagini in corso ha dapprima dichiarato di aver praticato ai pazienti l’eutanasia. Quindi, di fronte all’obiezione della compagna che l’eutanasia presuppone il consenso del paziente si è corretto dicendo di aver commesso degli omicidi volontari”.
Oggi intanto è intervenuto l’assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera. “Siamo allibiti – ha detto – bisogna agire tempestivamente e fare chiarezza. Abbiamo nominato una commissione d’inchiesta per far luce su quanto accaduto”.