Emergenza cinghiali, la giunta di Regione Lombardia ha approvato una delibera per estendere, nelle zone di montagna soggette a vincolo idrogeologico, l’indennizzo per i danni ai prati causati dagli ungulati a tutti i proprietari anche non imprenditori agricoli, elevando al tempo stesso il massimale di rimborso da 15mila a 20mila euro. Una decisione promossa dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi e annunciata dal presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi. “A supporto è stato deliberato anche un contributo integrativo a beneficio di tutti i territori provinciali (escluso Sondrio) di 244mila euro – spiega Fermi – Le somme erogate potranno essere utilizzate anche per l’acquisto di attrezzature e mezzi funzionali allo svolgimento dell’attività di vigilanza faunistica e venatoria”. Colpita dal fenomeno in particolare l’area comasca della Valle d’Intelvi e dell’Olgiatese, dove quest’anno sono stati abbattuti il 40 per cento dei cinghiali uccisi in Lombardia. “Abbiamo chiesto che la possibilità di partecipare all’abbattimento coinvolga sempre di più gli stessi proprietari terrieri interessati dalle invasioni – dice il presidente del Consiglio – È necessario reintrodurre e qualificare per l’attività di controllo numerico la figura dei guardiacaccia volontari e rinforzare gli organici della vigilanza ittico venatoria della polizia provinciale. Infine abbiamo sollecitato una modifica legislativa perché sia riconosciuta la figura dell’operatore volontario, ossia il cacciatore formato per l’attività di contenimento. Ora è tempo che il governo passi dalle promesse ai fatti – conclude Fermi – prevenire costa molto meno. L’ammontare delle spese per i danni causati dai cinghiali è in continuo aumento e ricade sulle tasche dei Comuni e dei cittadini”.