Quasi 7 comaschi su 10 si spostano abitualmente in auto e la ripartenza sembra coincidere con un ulteriore aumento del traffico privato. I Verdi chiedono di correre subito ai ripari con una proposta di misure urgenti per la mobilità comasca. Un progetto che prevede in particolare la promozione dello smart working e l’attivazione di un tavolo di mobilità di emergenza che concordi un piano degli orari della città, l’incremento delle modalità di trasporto in condivisione, oltre al potenziamento del trasporto pubblico.
“La ripresa parziale sta già evidenziando un incremento della mobilità e rischia di paralizzare definitivamente la città nella fase 3 – avverte la portavoce dei Verdi comaschi Elisabetta Patelli – Il timore del contagio spinge al trasporto individuale e con le nuove misure è inoltre ridotta la capacità dei mezzi di trasporto pubblico”. “Negli ultimi dieci anni – continua Patelli – la città di Como ha superato per ben 8 volte i limiti europei per le polveri ed è tra le 30 città più inquinate d’Italia per l’aria. Manca una politica della mobilità sostenibile e questo ha creato un terreno fertile al definitivo collasso della mobilità comasca”.
Elisabetta Patelli sottolinea la necessità di una risposta urgente per invertire la tendenza. “Bisogna aprire subito un tavolo della mobilità di emergenza – dice – e pensare soprattutto a un piano per diversificare gli orari delle aperture commerciali, industriali, degli enti pubblici e delle istituzioni scolastiche e per rendere flessibili gli orari di dipendenti e studenti evitando i picchi del mattino e del pomeriggio”.
Tra le proposte dei Verdi infine una rete di mobilità di emergenza. “Occorre – conclude Patelli – creare un’alternativa per accogliere l’utenza che abbandona il trasporto pubblico indirizzandola verso mezzi alternativi all’automobile, offrendo altre possibilità di movimento e liberando spazi per pedoni disabili ed esercizi commerciali”.