Un sequestro di conti definiti “milionari” dal Corriere della Sera, che sull’edizione online ha anticipato oggi la notizia. Conti svizzeri, che secondo le accuse sarebbero intestati o gestiti dal monsignore comasco Alberto Perlasca. Tuttavia secondo ilfattoquotidiano.it, “monsignor Perlasca, all’epoca dei fatti capo ufficio amministrativo della prima sezione della Segreteria di Stato, respinge anche l’accusa di avere conti in Svizzera”.
E’ lo sviluppo di uno scandalo finanziario che sta travolgendo la Santa Sede. I conti presso il Credit Suisse sono stati sequestrati dalle autorità elvetiche su richiesta della magistratura vaticana, che indaga da mesi sull’acquisto del palazzo londinese di Sloane Avenue, una vicenda da 300milioni di euro, e più in generale sulla gestione dei capitali della Segreteria di Stato. Un’indagine voluta direttamente da Papa Francesco.
Monsignor Perlasca è nato a Como nel 1960. Parla tre lingue straniere lingue: francese, inglese e spagnolo. Sessant’anni il prossimo 21 luglio, è stato ordinato sacerdote nella diocesi comasca il 13 giugno 1992. Ha studiato giurisprudenza alla Cattolica, poi diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 2003 è stato assunto presso l’Ufficio Giuridico della Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e incorporato nel Servizio Diplomatico della Santa Sede. Poi ha lavorato nella Nunziatura Apostolica in Argentina. È quindi rientrato in Segreteria di Stato presso l’Ufficio Amministrativo, del quale è diventato responsabile nel mese di luglio 2009. Nel 2019 Papa Francesco l’ha nominato promotore di Giustizia sostituto presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.