La vicenda che riguarda la piscina della scuola di Sagnino, dimenticata e abbandonata, ha fatto sollevare un dibattito sul futuro della città.
“È assolutamente opportuno e doveroso pensare a come razionalizzare e rendere efficiente il funzionamento delle scuole – spiega il consigliere Alessandro Rapinese della lista Rapinese Sindaco – La realtà è sotto gli occhi di tutti, bisogna solo saperla leggere e interpretare e poi agire di conseguenza. Deve ovviamene essere la politica a farlo e in questo caso non vedo molta lungimiranza o programmazione in chi adesso è alla guida del Comune. Siamo fermi al palo”. E su un altro tema che di recente è emerso, ovvero l’ipotesi di realizzare nell’ex ospedale psichiatrico del San Martino un campus per le scuole superiori, avanzata dal presidente della provincia di Como, Fiorenzo Bongiasca, il consigliere Rapinese è diretto sostenendo che “è ormai ora di chiudere il libro dei sogni”.
Sicuramente il calo demografico “ha svuotato progressivamente le aule del nostro Comune ma è bene ricordare che l’amministrazione Landriscina arranca da anni in fatto di edilizia scolastica e manutenzione degli istituti – interviene il capogruppo del Pd Stefano Fanetti – Senza contare che se leviamo una scuola da un quartiere, viene meno un servizio di prossimità per le famiglie e uno strumento di coesione sociale importante”. E sul San Martino “il Comune negli ultimi quattro anni avrebbe dovuto trovare un piano complessivo per la riqualificazione delle aree dismesse cittadine ma per ora fanno quello che sanno fare meglio: rimanere a guardare”, chiude Fanetti.
Concorde nell’idea di ripensare l’universo delle strutture scolastiche, così come spiegato anche dall’assessore competente, Pierangelo Gervasoni è il capogruppo di Forza Italia in Comune, Enrico Cenetiempo. “I giovani sono sempre meno, le strutture, soprattutto quelle vecchie e molto grandi sono ingestibili. Per sistemarle richiederebbero interventi troppo dispendiosi per poi avere magari solo pochi ragazzi iscritti. Bisogna accorpare dove possibile”, spiega Cenetiempo che è scettico sull’idea del campus per le scuole superiori da insediare al San Martino. “Se ne parlò già ai tempi del sindaco Alberto Botta. Ma allora si pensò che sarebbe stato meglio suddividere i ragazzi in diverse scuole sparpagliate in città per fare in modo che i ragazzi, una volta usciti potessero girare per la città, conoscere quanto vedevano intorno, lasciarsi incuriosire ed essere spinti a ricercare informazioni. Molto più stimolante che essere confinati in un campus”.