(ANSA) – ROMA, 31 GEN – L’Arabia Saudita ha eseguito numerose condanne a morte di prigionieri senza dare un preavviso alle loro famiglie. Mustafa al-Khayyat è una delle persone giustiziate la cui famiglia non è stata informata della sua esecuzione. Lo riporta la Bbc, precisando che i suoi familiari non hanno ancora un corpo da piangere e seppellire e nessuna tomba da visitare. L’ultima volta che hanno avute sue notizie è stato nel corso di una telefonata dalla prigione dove era recluso quando salutò la madre dicendole: "Sono contento che tu stia bene". Poi il buio fino alla sua morte un mese dopo insieme ad altri 80 uomini anche loro ghigliottinati esattamente il 12 marzo del 2022, nella più grande esecuzione di massa della storia moderna saudita. La Bbc ha postato sul suo sito i volti di nove uomini – giustiziati in quella occasione, le cui famiglie hanno acconsentito a condividere le loro fotografie con i media. Il nome di Mustafa compare nell’elenco stilato dal gruppo Reprieve che, insieme all’Organizzazione saudita europea per i diritti umani, ha meticolosamente documentato le esecuzioni saudite in un nuovo rapporto. Sulla base dei dati raccolti dal 2010, il loro studio ha rilevato che il tasso di esecuzioni in Arabia Saudita è quasi raddoppiato da quando re Salman ha preso il potere nel 2015, nominando suo figlio Mohammed bin Salman in posizioni chiave. La pena di morte è stata abitualmente utilizzata per mettere a tacere dissidenti e manifestanti, mentre la tortura è "endemica" nelle carceri saudite, anche per i minorenni. Reprieve ha documentato 147 esecuzioni in Arabia Saudita lo scorso anno, ma ha precisato che potrebbero essere di più. (ANSA).