(ANSA) – ROMA, 30 APR – Creare una sede italiana dell’Università per la Pace che si concentrerà sullo sviluppo di una Facoltà "dedicata all’intelligenza artificiale , dove sia possibile studiare l’impatto sociale dell’Ia nella vita delle persone". E’ l’obiettivo che ha portato a Roma per una serie di incontri istituzionali anche con esponenti del governo Francisco Rojas, rettore dell’Università per la pace, creata dall’assemblea generale dell’Onu nel 1980, "per fornire all’umanità un’istituzione internazionale di istruzione superiore per la pace e allo scopo di promuovere tra tutti gli esseri umani lo spirito di comprensione, tolleranza e pacifica coesistenza" si legge nello statuto. "L’Università che ha il campus in Costa Rica, con studenti da circa 40 Paesi diversi "ha anche attività in corso a livello globale, da Pechino, a Addis Abeba dall’l’Aja a vari centri americani che si dedicano a diverse tematiche" spiega all’ANSA Rojas. "La facoltà a cui stiamo lavorando non si occuperà di Ia dal punto di vista ingegneristico, tecnico o per sviluppare suoi nuovi utilizzi economici ma punterà l’attenzione sul legame che intelligenza artificiale ha con più aspetti della società, dal punto di vista delle prospettive ma anche dei rischi". Dai benefici "a livello della ricerca medica, come abbiamo visto con il contributo che ha dato a uno sviluppo rapido del vaccino per il covid", ma anche pensando ad aspetti come "l’uso che se ne può fare per creare nuove armi". Dall’impatto "enorme sul mondo del lavoro a ogni livello" a quello "che comporta l’uso di strumenti come ll riconoscimento facciale, che da una parte potrebbe essere molto importante per prevenire la delinquenza e il terrorismo . Ma dall’altra, potrebbe essere utilizzato in modo negativo da alcuni governi verso svolte totalitaristiche". E’ necessario innanzitutto, per evitare gli abusi e le derive, "far sì che su certi temi centrali resti sempre la persona umana a prendere le decisioni più importanti e che non vengano mai delegate alle macchine". Per questo "bisogna formare i più giovani ad avere una visione critica e consapevole su questi strumenti" che possono essere applicati anche come supporto per "una comprensione più ampia dei conflitti, per trovare possibili soluzioni". Un utilizzo che se ne potrebbe fare anche "per la crisi climatica alla quale sono legate tante emergenze nel mondo in questo momento". (ANSA).