Referendum popolare abrogativo dell’8 e 9 giugno: l’affluenza si attesta intorno al 27% in provincia di Como. Nella sola città capoluogo, invece, è andato a votare poco più del 30% degli aventi diritto. Sono i dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Interno a poche ore dalla chiusura dei seggi. Numeri lontani dal quorum, che in nessun comune comasco è stato raggiunto. Affinché i risultati della consultazione fossero validi, avrebbe dovuto partecipare almeno il 50%+1 degli aventi diritto.
È Lomazzo il comune della provincia di Como con l’affluenza più alta (e comunque ben lontana dal quorum), che supera il 33% (eccetto nell’ultimo quesito, che si ferma al 32,95%). Sia a livello cittadino sia a livello provinciale, sono state registrate lievi variazioni a seconda del quesito. In particolare, nella provincia di Como:
- Quesito 1: 26,96%
- Quesito 2: 26,95%
- Quesito 3: 26,96%
- Quesito 4: 27%
- Quesito 5: 27,02%
La percentuale più alta, nell’intera provincia di Como, è stata registrata nel quinto e ultimo quesito, dedicato alla cittadinanza, con un’affluenza del 27,02%. 30,66%, invece, nella sola città capoluogo. I dati di ogni comune è sono consultabili sul sito della Prefettura di Como, che ha dedicato un’apposita sezione al referendum dell’8 e 9 giugno. Si aggira intorno al 30,70% l’affluenza in Lombardia, in linea con la media nazionale.
Gli elettori comaschi e i quesiti
469.944 gli elettori in tutta la provincia di Como, più di 61mila (61.779) soltanto nella città capoluogo. Il primo quesito, con scheda verde, riguardava il Jobs act, riforma sul lavoro del governo Renzi, e chiedeva l’abrogazione del “contratto a tutele crescenti”.

Il secondo quesito, con scheda arancione, riguardava i lavoratori delle piccole imprese, cioè quelle con non più di 15 dipendenti, e chiedeva di cancellare il tetto alle indennità in caso di licenziamento.

La scheda grigia, corrispondente al terzo quesito, era incentrata sui contratti a termine.

Il quarto quesito, con scheda rossa, era l’ultimo in materia di lavoro, inerente – in particolare – alla sicurezza negli appalti.

Infine, il quinto quesito, scheda gialla, riguardava – come detto – la possibilità per i cittadini extracomunitari maggiorenni di chiedere la cittadinanza dopo cinque anni e non più dieci.
