(ANSA) – MILANO, 22 OTT – "I suoi bisogni sono l’unica cosa che conta davvero e tutto il resto si muove perifericamente". È quanto ha affermato la criminologa Roberta Bruzzone sentita in aula, come consulente di parte civile, nel processo d’appello a carico di Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia Diana di 18 mesi. "Lei è totalmente in grado di fare un bilanciamento tra i suoi bisogni e quelli degli altri", ha detto. "Non c’è neanche un conflitto. La sua personalità è organizzata intorno a temi ben precisi e ruotano tutti intorno ai suoi bisogni. Gli altri non sono così importanti, compresa bambina, ma non perché non si rende conto. Se lei si nutre emotivamente, il resto passa in secondo piano, compresa la bambina". Ripercorrendo quanto accaduto il 20 luglio 2022, quando Pifferi tornò nella sua abitazione nel quartiere Ponte Lambro di Milano, dopo aver lasciato la piccola Diana da sola per 6 giorni, Bruzzone ha ricordato: "La prima cosa che fa è aprire le finestre. Lava la bambina, la sistema, e poi chiama la vicina di casa e comincia la messinscena. Con una capacità manipolatoria assolutamente di buon livello, mente dicendo ‘io l’ho lasciata con la babysitter’. Poi – ha proseguito la criminologa – la vicina allerta i soccorsi, arriva 118, e tutti quelli che hanno a che fare con lei in quel momento ricevono delle informazioni manipolatorie". (ANSA).