Dopo l’esito referendario registrato in queste ore in Ticino (il risultato, in sostanza, riduce le possibilità lavorative degli italiani oltre confine), è intervenuta l’eurodeputata forzista Lara Comi. “Oggi in Svizzera stiamo assistendo a un capolavoro di irresponsabilità“, ha detto.
Referendum anti-frontalieri: vince il sì, il Ticino si allontana
“Le forze politiche locali che hanno promosso e portato alla vittoria il referendum che declasserà i 65.000 frontalieri italiani non sono consapevoli delle conseguenze che ora ci saranno proprio per i cittadini svizzeri” ha accusato ancora Comi. L’euro parlamenteare definisce “inaccettabile il trattamento riservato oggi ai nostri connazionali: è ampiamente finito il tempo in cui gli italiani, come dopo la Seconda Guerra Mondiale in Belgio, erano considerati poco più che bestie da lavoro”.
Per questo Comi (che, peraltro, è vicepresidente del Partito Popolare Europeo) ha scritto oggi al Commissario Marianne Thyssen, responsabile per l’occupazione, affari sociali, competenze e mobilità dei lavoratori dell’Unione Europea chiedendo un incontro “per avviare urgentemente la sospensione di tutti gli accordi a oggi in essere tra Svizzera e Europa. Ricordiamo a chi ha voluto perseguire solo la propaganda e non la realtà che l’Europa è il principale partner commerciale dell’economia svizzera: un impiego su tre dipende dagli scambi con l’Unione Europea, con la libertà per le imprese svizzere – grazie alla libera circolazione – di reclutare in Europa la manodopera specializzata che non riescono a trovare in casa, peraltro in tutti i settori per loro strategici: sanità, industria, turismo, servizi e tecnologie”.
Il deputato si è rivolto anche al Governo italiano “cui chiediamo infine l’immediata definizione di aree tax free nelle zone di confine con la Svizzera: occorre favorire il rientro e la nascita di nuove aziende che potranno così assumere Italiani”.
Punto di vista condiviso da Anna Veronelli, consigliere comunale e coordinatrice cittadina di Forza Italia a Como: “La scelta compiuta oggi dai cittadini del Canton Ticino, oltre a penalizzare le migliaia di frontalieri della nostra provincia, può diventare un pesante autogol per la Svizzera se Berna la convalida. Fa bene Lara Comi a chiamare in causa il Commissario europeo: proprio a Como potremmo organizzare urgentemente con Marianne Thyssen un vertice per difendere i nostri lavoratori e adottare le misure capaci di scongiurare questa chiusura”.
Detesto l’ipocrisia e ovviamente gli ipocriti.
E le due esponenti succitate ne sono delle rappresentanti, a mio parere.
Il perché è presto detto.
Le due politiche si scagliano contro l’esito del referendum ticinese, dimenticandosi bellamente che a livello regionale condividono il governo con la Lega Nord, la quale ha spesso usato lo slogan: prima i nostri, contropponendoli ai lavoratori stranieri, soprattutto extracomunitari.
Delle due l’una: o si è coerenti o non lo si è.Quindi se si condanna giustamente l’esito di quel referendum, si dovrebbe stigmatizzare l’affermazione leghista, tutte le volte in cui viene pronunciata.
Ma non mi pare sia mai successo.
c’e’ una abissale differenza tra i migranti
che abbiamo in Italia che non rappresentano
alcuna risorsa ( con buona pace della Boldrini )
e i frontalieri che rappresentano una
grande risorsa per il Ticino.
La verita’ e’ che gli Svizzeri d.o.c. non
hanno nessuna voglia di farsi il mazzo
sul lavoro.
E non mi riferisco solo ai lavori usuranti
( muratori,camerieri ) ma anche nei
colletti bianchi o nella gestione di locali
come bar,ristoranti,alberghi.
Gli Svizzeri che hanno un pizzico
di buon senso queste cose le sanno
benissimo.
Il referendum svizzero è stato promosso da partiti xenofobi come Udc e Lega dei ticinesi. Partiti che fanno leva sulla pancia delle persone anzi che sulla loro razionalità (il Canton Ticino chiuderebbe bottega senza i 60 mila frontalieri…). Ciò che accade anche in italia con la Lega Nord (al momento i furbastri del M5s non si pronunciano…). I migranti non c’entrano nulla. C’entra invece lo slogan leghista nostrano contro gli stranieri con permesso di soggiorno che vivono regolarmente qui. Ultima considerazione: chi li assume, retribuendoli con pochi centesimi? Boldrini o gli imprenditori italiani? Magari quegli stessi imprenditori, piccoli imprenditori, il mitico popolo dei capannoni di bossiana memoria, che poi nell’urna depongono una scheda con la croce sul simbolo della Lega?
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