“C’è il rischio dell’emulazione, che la propaganda faccia proseliti e che altri giovani italiani possano decidere di partire e unirsi a questi gruppi in lotta contro l’Occidente. Il fenomeno non va assolutamente sottovalutato”. A dirlo è Paolo Berizzi, giornalista di “Repubblica” autore dell’inchiesta sui miliziani italiani arruolati in Siria o in Iraq per combattere la Jihad assieme all’Isis. Una lunga inchiesta, partita da un rapporto riservato dell’Intelligence, dalla quale emergono i profili di due persone partite dal Lario, precisamente da Como e da Cantù. “Un italiano e un 19enne naturalizzato” precisa il giornalista che spiega come il reclutamento, nella maggior parte dei casi, parta dai siti di propaganda islamica presenti sul web.