Un interrogatorio fiume. Alle dieci di mattina Mario Lucini è entrato nell’ufficio del sostituto procuratore Pasquale Addesso, titolare dell’inchiesta su paratie e appalti nella città di Como, e lì è rimasto fino a sera (alle 18 l’interrogatorio non era ancora concluso).
Oggi è stata probabilmente la giornata più delicata per il sindaco di Como dall’inizio del suo mandato. L’interrogatorio era stato concordato tra avvocato e pm; la posizione del sindaco, inizialmente coinvolto nell’inchiesta solamente come rappresentante del Comune e per violazioni di normative ambientali ed edilizie, si è aggravata nelle ultime settimane.
Lucini infatti è stato iscritto nel registro degli indagati per turbativa d’asta. La Procura sta cercando di fare luce sullo spacchettamento degli incarichi per l’elaborazione della terza perizia di variante, la terza versione del progetto sul lungolago fortemente voluta dall’amministrazione Lucini.
Il sindaco di Como è entrato in Tribunale alle 9.45. Poi è salito al quinto piano del palazzo, accompagnato dai suoi avvocati, ed è entrato nell’ufficio del pm. Per la prima parte dell’interrogatorio nella stanza erano in cinque: il pm Pasquale Addesso, il sindaco Mario Lucini, l’avvocato Ernesto Lanni con il collega Panzeri, e – elemento da sottolineare – il procuratore generale Nicola Piacente.
Non è la prima volta che ciò accade. Ma la presenza diretta del procuratore generale all’interrogatorio, prassi non eccezionale ma nemmeno quotidiana, è certamente indice della particolare delicatezza della questione.
Questione che, per chi è già stato rinviato a giudizio, si sta consumando al piano terra, nelle aule dei dibattimenti. Lucini per ora risulta solamente indagato. Mentre, per appalti e paratie, una serie di dirigenti ed ex dirigenti comunali sono a processo, con giudizio immediato: Antonio Ferro, dirigente comunale, ex responsabile unico del procedimento delle paratie, accusato di turbativa d’asta e falso, Pietro Gilardoni, ex direttore dei lavori ed ex dirigente del comunale, accusato di falso in atto pubblico, rivelazione di segreti d’ufficio, turbativa e corruzione, l’ex dirigente comunale Antonio Viola, accusato di corruzione, il funzionario comunale Ciro Di Bartolo, accusato di turbativa d’asta, l’imprenditore Giovanni Foti, accusato di turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio e l’ex segretario comunale del Comune di Como, Antonella Petrocelli, chiamata a rispondere di turbativa d’asta. La prima udienza lo scorso 24 novembre, poi rinviata al 22 dicembre, tra una settimana.