Una bolletta non pagata e la conseguente sospensione dell’energia elettrica. Sarebbe stata questa la causa che ha scatenato la lite e il ferimento mortale del fratello. La clamorosa svolta nelle indagini per la morte di Arno Sandrini, 50enne trovato senza vita nella propria casa di Sorico il 1 marzo scorso, è arrivata oggi alle prime luci dell’alba quando i carabinieri della compagnia di Menaggio hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Como, nei confronti di Pietro Sandrini, 43enne, che stamattina è stato raggiunto dai militari in un campeggio di Novate Mezzola (in provincia di Sondrio), dove era ospite di un amico. E’ accusato di omicidio volontario. L’indagine è stata coordinata dal pm Antonio Nalesso e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Menaggio. Il corpo oramai senza vita di Arno Sandrini, che aveva seri problemi di salute, è stato trovato – come detto – il primo marzo dopo che i servizi sociali, arrivati a casa sua per aiutarlo con delle commissioni, non ottenendo risposta hanno dato l’allarme. In un primo momento si era ipotizzata la morte accidentale in seguito a quel taglio alla gamba che poteva essersi procurato in vari modi. La vittima si muoveva a fatica e assumeva farmaci inoltre viveva in una casa in condizioni igieniche estreme. Nulla però è stato escluso e le indagini sono andate avanti. Determinante è stata l’autopsia. In primis sono stati evidenziati ematomi sul corpo che hanno avvalorato la tesi della colluttazione e di un tentativo di volerlo stordire, inoltre, dalle analisi effettuate, la ferita al polpaccio è risultata riconducibile a un taglierino o un coltello molto affilato e il colpo era stato inferto con decisione. L’uomo è poi morto per emorragia.
I militari subito dopo il ritrovamento avevano acquisito le immagini della videosorveglianza della zona e hanno iniziato a repertare, in modo certosino, tutto ciò che era stato accumulato in casa. Operazione che è durata diversi giorni.
Un doppio lavoro che ha permesso di risalire agli abiti del fratello Pietro sporchi del sangue della vittima.
Arno, grazie alla sua pensione di invalidità, riusciva a pagare le spese di casa. I due vivevano insieme. Pietro Sandrini questa mattina non ha opposto resistenza e non ha rilasciato dichiarazioni. Sarà interrogato domani. I Sandrini avevano un altro fratello, Alfredo, ucciso a colpi di carabina nel 2014 sulla pista ciclabile di Gera Lario. Per quel delitto, scaturito da un debito di droga, Franco Cerfoglio, pescatore di Domaso, è già stato condannato in via definitiva.