Andare tra i boschi in cerca di funghi, per tanti una vera e propria passione. Le insidie però sono dietro l’angolo. Basti pensare che dall’inizio dell’anno sono 58 le intossicazioni registrate in Lombardia. Nel 2018 sono state complessivamente 106. “Il controllo tempestivo e accurato dei funghi raccolti può salvare la vita ed evitare danni al fegato, ai reni e al sistema nervoso centrale. – è l’appello dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera – Gli ispettorati micologici delle ATS rilasciano certificazioni di commestibilità gratuitamente. Nei casi di raccolta ‘fai da te’ prima di assaporare uno dei piaceri della tavola in assoluta sicurezza, è opportuno non improvvisarsi esperti o basarsi su metodi empirici privi di fondamento scientifico, ma rivolgersi a professionisti preparati che eseguono rapidamente esami e controlli adeguati”.
Le intossicazioni da funghi possono essere di varia natura, a seconda della tipologia consumata, con quadri clinici variabili, che vanno dalla semplice indigestione a danni gravissimi e addirittura alla morte. I primi sintomi possono comparire anche diversi giorni dopo il consumo. Frequenti anche i casi in cui funghi, definiti commestibili, provocano comunque intossicazioni perché non sono state osservate le necessarie cautele in fase di preparazione e di cottura.
“I funghi – spiega Gallera – devono essere portati all’Ispettorato micologico nel più breve tempo possibile dalla raccolta e devono essere interi, sommariamente puliti dal terriccio e posti in contenitori rigidi e forati”. Gli esperti effettueranno quindi il controllo gratuito, rilasciando al termine della visita un certificato con i nomi scientifici delle specie identificate, che ne attesti la commestibilità, e forniranno tutte le indicazioni per il consumo in sicurezza.