“La Lombardia secondo la valutazione settimanale della Cabina di Regia di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della salute, dedicata al monitoraggio del rischio sanitario, ha parametri da zona arancione”: l’annuncio del governatore Attilio Fontana, arrivato con una nota della Regione, elimina l’ipotesi della zona rossa in Lombardia a partire da lunedì 8 marzo. Ipotesi che era circolata nei giorni scorsi.
“Considerato l’aumento della trasmissione del virus, determinato dalla variante inglese, l’organismo ministeriale ha però raccomandato alle regioni dove l’incidenza settimanale supera la soglia di 250 casi per 100mila abitanti, come la nostra, di adottare il massimo livello di mitigazione – precisa Fontana – Un’iniziativa da me già adottata ieri con la decisione di rafforzare la zona arancione, inserendo oltre alla chiusura delle scuole anche altre restrizioni, come il divieto di visite a parenti amici e di spostamento verso le seconde case”. Un provvedimento che, secondo il presidente della Regione, se non fosse stato adottato avrebbe aggravato la situazione epidemiologica e forse costretto la Lombardia a passare in zona rossa.
“Occorre trovare un equilibrio tra la sicurezza sanitaria e quella economica – sottolinea Fontana – L’ordinanza di ieri va in quella direzione, così come va nella direzione di anticipare e non rincorrere il virus. I nostri esperti hanno ben chiarito che con la presenza di varianti non c’è tempo da perdere. Occorre agire rapidamente”. E in merito alla sospensione delle lezioni in presenza delle scuole, il governatore ribadisce di essere “molto dispiaciuto per i disagi che i genitori hanno dovuto affrontare”. “Ma vorrei che comprendessero – dice – che purtroppo sono i contagi e il virus, talvolta, a dettare i tempi, soprattutto con queste varianti che coinvolgono maggiormente i più giovani. Attraverso la vicepresidente Letizia Moratti, abbiamo però sollecitato, questa mattina, in Conferenza Stato Regioni, il Governo per sbloccare immediatamente i sostegni per le famiglie, come i bonus baby sitting e i congedi parentali”.