Preoccupa l’aumento dei contagi e la diffusione della variante Delta ma preoccupa, i ristoratori, anche la possibile adozione del green pass per accedere ai locali. “Veniamo da questo periodo difficile e l’introduzione del certificato rappresenta un limite alla normalità. Un’ulteriore complicazione per le persone che vanno al ristorante” spiega Lorenzo Castellani, titolare del bar Touring Cafè.
Il dibattito è aperto sulla lista di attività per le quali sarà indispensabile il certificato anti Covid (di vaccinazione, negatività o guarigione dal virus entro 6 mesi). Ad alto rischio assembramenti e quindi osservati speciali per prevenire il contagio, sono infatti discoteche, palestre, concerti, stadi, treni e anche ristoranti al chiuso.
Se l’alternativa all’obbligo del green pass saranno nuove chiusure totali però, molti si dicono disposti ad accettare la misura del Governo. Di fronte infatti, alla risalita del numero dei positivi, la carta verde servirebbe a scongiurare ennesimi lockdown. L’estate 2021 poi, sebbene iniziata nel segno della ripartenza e delle riapertura, secondo molti, soffre ancora la scarsità di turisti. “Ancora pochi visitatori, stranieri e non, e molta paura” lamenta un ristoratore del lago di Como.
“Guardiamo con preoccupazione a quello che accade nel Regno Unito e Spagna” spiega il ministro della Salute Roberto Speranza, motivo per cui, sempre secondo il ministro “C’è un bisogno di accelerare”. E ripensare a misure per contenere una possibile nuova ondata. Chi non è d’accordo con l’ipotesi green pass al ristorante, lamenta l’inefficienza delle misure messe in campo fino ad oggi: termoscanner e misurazione della temperatura all’ingresso dei locali, tracciamento della clientela e distanziamento”.