I cellulari, dimenticati sull’auto rapinata a un 65enne di Cantù hanno tradito due marocchini di 18 e 21 anni. Entrambi sono stati arrestati dalla polizia di Milano e rinchiusi nel carcere di Monza. I due erano appena usciti dallo stesso penitenziario. Erano stati arrestati con l’accusa di un’altra rapina, che avrebbero messo a segno il giorno stesso di quella di Cantù.
Il colpo a Cantù
Secondo quanto accertato dagli agenti del commissariato Greco-Turro di Milano, il 25 ottobre i due avrebbero rapinato una Golf nella Città del Mobile, aggredendo il proprietario, un 65enne. Sarebbero poi fuggiti fino a Milano, dove sono stati intercettati da una volante della polizia. Nella folle corsa per fuggire alle forze dell’ordine, i due hanno tamponato un’auto in via Oriani e sono poi fuggiti a piedi, facendo perdere le proprie tracce.
Sulla Golf rubata a Cantù, gli agenti hanno trovato i cellulari dei due marocchini. Uno aveva ancora il percorso seguito dopo la rapina ancora impostato su Google Maps. I dati dei telefoni corrispondevano a quelli registrati dai giovani immigrati per le pratiche per il permesso di soggiorno.
La seconda rapina
Incrociando i dati, gli agenti sono risaliti ai presunti rapinatori e hanno scoperto che, lo stesso giorno del colpo a Cantù, poco dopo la fuga dalla polizia, i due erano stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di aver rapinato il monopattino elettrico e gli occhiali da sole a due ragazzi alla stazione di Seveso, in provincia di Monza Brianza.
Il doppio arresto
Entrambi erano stati rinchiusi nel carcere di Monza e stavano per essere scarcerati. All’uscita, hanno trovato ad attenderli i poliziotti con un secondo ordine di arresto firmato il 27 dicembre dal giudice delle indagini preliminari di Como.