1.600 infortuni sul lavoro in provincia di Como tra gennaio e aprile 2023 (una media di 400 al mese). Un dato in calo del 7,14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando erano 1.723. Pur in diminuzione si parla di un numero ancora altissimo e a livello lombardo il Comasco è la penultima provincia per flessione in termini percentuali rispetto al quadrimestre precedente. L’ultimo posto spetta a Bergamo dove il calo è del 3,64%. Lecco tra le più virtuose (-34,35%).
I numeri, diffusi dalla Cst Uil del Lario, partono dai dati Inail. In tutta la regione si contano 36.200 denunce di infortunio registrate a gennaio 2023.
A livello regionale la maggior parte delle denunce riguarda gli uomini (oltre 20mila a fronte delle 13mila che riguardano le donne). I settori più coinvolti sono Industria e Servizi. In provincia di Como sono già tre quelli mortali.
Per quanto riguarda le denunce di malattie professionali sono 42 nei primi quattro mesi dell’anno (erano 33 nello stesso periodo del 2022).
Esposito (UIl del Lario): “Serve una vera strategia”
Invoca una “vera strategia sulla sicurezza sul lavoro” Dario Esposito, subcommissario CST Uil del Lario, commentando i dati.
“Appare fin troppo evidente che degli interventi a pioggia, privi di una vera strategia coerente ed ordinata sulla sicurezza sul lavoro, sono destinati a non cambiare gli impietosi numeri frutti di questo studio”. Spiega muovendo delle critiche alle novità previste dal recente decreto lavoro.
“Manca una politica di investimenti, bisogna aumentare gli organici a disposizione dell’Ispettorato del Lavoro”. Sottolinea ancora Esposito.
“Sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro serve un cambio di passo, una svolta culturale che deve iniziare dal prevedere delle ore appositamente dedicate nelle scuole, per andare a fare formazione e prevenzione, fino all’istituzione del reato di omicidio per chi, con la disapplicazione delle norme specifiche, provoca la morte del lavoratore”.