Si distende il braccio di ferro tra il Comune di Como e i soci della Bocciofila di via Balestra. Dopo lo scontro, iniziato la scorsa estate in seguito all’annuncio dell’amministrazione di voler utilizzare quegli spazi per il cantiere dell’ex chiesa delle Orfanelle che ospiterà la mostra sulle monete d’oro, ieri il sindaco Alessandro Rapinese ha incontrato i soci della Bocciofila.
“Non c’è nessun dubbio sul fatto che da lì debbano andare via – ha detto il primo cittadino – Questo è un caposaldo irrinunciabile e lo sanno bene. I rapporti, però, sono ottimi ed è stato avviato un percorso per far sì che si possa collaborare fino all’ultimo giorno in cui dovranno andarsene. Quello spazio andrà al Comune di Como e sarà uno spazio pubblico bellissimo – ha ribadito Rapinese – Se facciamo questo percorso in maniera intelligente, coordinata, è meglio per tutti. La prima cosa che dobbiamo fare è trovare un’alternativa, valutare un’altra sede”.
I soci della bocciofila, dunque, potranno rimanere nei locali di via Balestra, che ospitano anche le Associazioni d’Arma, finché non partiranno i lavori.
“È stato un incontro tranquillo in cui abbiamo ragionato tra persone civili – ha spiegato il vicepresidente della bocciofila, Renato Fumagalli – La nostra richiesta è quella di avere uno spazio alternativo dove poter andare in futuro e il sindaco ci ha proposto Casina Massèe ad Albate. Nei prossimi giorni dovrebbero portarci a visitare gli spazi e valuteremo se possono essere idonei”. Quello potrebbe essere un nuovo spazio di aggregazione, ma ci sono poche speranze per i campi da bocce. “Per realizzarli servirebbe un’area di circa 500 metri quadrati e il costo sarebbe elevato, anche per la manutenzione, – ha sottolineato Fumagalli – L’importante, per noi, è avere dei locali in cui ritrovarci per giocare a carte e leggere il giornale. Con il sindaco siamo arrivati a un compromesso. – ha concluso Fumagalli – Dichiareremo in una lettera di essere disposti a liberare i locali di via Balestra alla data di inizio dei lavori, o anche prima, a patto che l’alternativa proposta sia idonea”.