(ANSA) – OSLO, 12 DIC – La storia di Elahe Tavakolian, 34 anni, è come quella di tante altre giovani iraniane che hanno messo in pausa le loro ambizioni per protestare contro il regime. Come lei stessa ha raccontato nel corso di un evento a Oslo, dopo aver ottenuto una laurea in business, Tavakolian viveva nella città di Mashhad, nel nord dell’Iran, bilanciando gli studi per un dottorato e la gestione della famiglia, con due figli. Aveva grandi ambizioni per la sua carriera, ma la sua vita ha subito un cambiamento radicale. "Dopo l’uccisione di Mahsa Amini, la situazione è diventata drammatica. Tutti sono scesi in strada per manifestare contro il regime. Sono tornata nella città in cui sono cresciuta e abbiamo partecipato a una manifestazione pacifica contro il regime", ha raccontato all’ANSA. "Avevamo solo dei cartelli in mano, ma le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro le mie amiche che attaccavano poster sui muri. Sono accorsa ad aiutarle ma mi hanno sparato, colpendomi a un occhio" con un proiettile di gomma. Portata in ospedale, i medici non l’hanno curata perché era considerata una dissidente. È stata costretta poi a recarsi in un ospedale di una città più grande, ma i medici non sono riusciti ad estrarre il proiettile di gomma, lungo 2 centimetri, dall’occhio. La svolta è avvenuta con l’incontro con la giornalista di Le Iene, Roberta Rei, e l’opportunità di chiedere un visto per l’Italia al fine di ricevere cure presso l’ospedale San Raffaele a Milano, dove attualmente risiede. Non è stato possibile salvare l’occhio, ma oggi dispone di una protesi. In occasione della consegna del Premio Nobel della Pace conferito all’attivista iraniana Narges Mohammadi (in carcere, il premio è stato ritirato dai figli), Tavakolian e altre attiviste sono state invitate ad Oslo per partecipare alle cerimonie e alcune di loro hanno tenuto una lezione all’Università di Oslo. Sulle speranze per il futuro dell’Iran, Tavakolian rimane fiduciosa: "Sono sicura che un giorno l’Iran otterrà la sua libertà, ma sarà un percorso difficile e richiederà tempo, oltre a un’ampia coalizione tra tutti i paesi europei e il coinvolgimento dei giovani. Senz’altro arriverà il giorno in cui vivremo in un Iran libero." (ANSA).