(ANSA) – TORINO, 31 MAG – È finito al pronto soccorso in stato di agitazione psicomotoria severa dopo che i genitori gli avevano tolto il cellulare. È successo a un quindicenne portato all’ospedale San Luigi di Orbassano, nel Torinese, e trattato con terapie ansiolitiche intramuscolari ed endovenose. A raccontarlo in un’intervista al Corriere di Torino è il professor Gianluca Rosso, medico chirurgo, psichiatra e docente di psichiatria all’Università di Torino, che era di guardia al momento dell’arrivo del ragazzo in accettazione. "Quando è arrivato in pronto soccorso presentava esattamente gli stessi sintomi di una persona in crisi di astinenza da sostanze. Peccato che, a mancargli in modo psicotropo, fosse lo smartphone", spiega Rosso. Il giovane sarebbe andato in escandescenza dopo che i genitori, esasperati dall’uso continuo del telefono, avevano deciso di toglierglielo. "Un gesto che ha scatenato in lui una reazione, di fatto, omologa a quella di ogni tossicodipendente in carenza", racconta ancora il medico. Secondo Rosso, "l’utilizzo dello smartphone crea un legame con l’oggetto molto simile a quello ottenuto da altre sostanze d’abuso come alcol, sigarette e stupefacenti. Tutte portano a uno stimolo continuo del sistema dopaminergico, al quale il cervello si abitua e del quale poi sente la necessità". Il ragazzo, superata la crisi, è stato rimandato a casa. "Possiamo indicare il ricovero solo per condizioni psichiatriche associate alle dipendenze – conclude Rosso -. Non per la dipendenza in sé, che viene invece presa in carico dai Serd, i servizi pubblici per le dipendenze patologiche". (ANSA).