(ANSA) – ROMA, 12 GIU – "A causa delle restrizioni previste dal decreto Piantedosi, il numero di persone soccorse dalla Geo Barents è diminuito drasticamente da 4.646 nel 2023 fino 2.278 nel 2024. Nonostante ciò, è aumentato del 14% il numero complessivo dei ricoveri medici, in particolare quelli urgenti, dimostrando che una percentuale notevolmente più elevata di persone soccorse era in uno stato critico e necessitava di cure specialistiche salvavita a terra". E’ quanto si legge nel report di Medici senza frontiere "Manovre mortali: ostruzionismo e violenza nel Mediterraneo Centrale" pubblicato oggi. "Se nel 2023 Msf ha assistito a incidenti che coinvolgevano operatori libici durante il 38% delle rotazioni della Geo Barents, questa percentuale è salita al 65% nel 2024 – prosegue l’analisi – nel 2023 e 2024 Msf ha documentato 30 intercettazioni confermate o sospette di imbarcazioni di migranti da parte di navi libiche". Da giugno 2021 a dicembre 2024, Geo Barents ha soccorso "12.675 persone, concluso 190 operazioni, recuperato i corpi di 24 persone, organizzato l’evacuazione medica di 18 persone e assistito la nascita di un bambino". E dall’entrata in vigore del decreto, "è stata sanzionata 4 volte, per un totale di 160 giorni di detenzione forzata. Tra dicembre 2022 e dicembre 2024, le misure restrittive hanno inoltre imposto alla Geo Barents di percorrere altri 64.966 chilometri e di trascorrere altri 163 giorni in mare per raggiungere porti lontani del Nord Italia". "Il decreto Piantedosi è un meccanismo strutturato e istituzionalizzato senza precedenti per bloccare le attività di ricerca e salvataggio di persone in pericolo – sottolinea Juan Matias Gil, responsabile per le attività di ricerca e il soccorso in mare di Msf – l’impatto di queste sanzioni è peggiorato nel corso degli anni e la capacità di salvataggio della nostra nave è stata significativamente ridotta e compromessa". Msf chiede alle autorità italiane "di smettere di ostacolare le operazioni di salvataggio in mare e di imporre sanzioni alle navi di ricerca e soccorso delle Ong" e invita, inoltre, "l’Ue e i suoi stati membri a sospendere immediatamente il sostegno finanziario e materiale alla Guardia costiera libica e a smettere di incentivare intenzionalmente i rimpatri forzati di persone in Libia". (ANSA).