Un’azienda in difficoltà finita nel mirino di sedicenti esperti di risanamento finanziario che, in realtà, si sono impossessati di tutti i beni della società. Una frode scoperta dalla guardia di finanza del Verbano Cusio-Ossola. Le fiamme gialle hanno completato un’indagine terminata nelle scorse ore in sei misure cautelari con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Gli accertamenti hanno coinvolto il Piemonte ma anche la Lombardia e in particolare Como, Milano, Brescia e Varese.
Quattro degli indagati sono in carcere, uno ha ottenuto i domiciliari e uno l’obbligo di dimora. I sei, secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, presentandosi come esperti in grado di salvare aziende in difficoltà avrebbero frodato una società di capitali del Verbano in difficoltà. Nel 2023, dopo la cessione della società, sono subentrati nuovi pseudo imprenditori che, attraverso l’utilizzo di diverse società nazionali ed estere, hanno causato uscite finanziarie per 100mila euro con fatture per operazioni inesistenti e mancati introiti per 120mila euro. La guardia di finanza ha accertato inoltre il completo svuotamento dello stabilimento produttivo di Verbania, da cui beni merce e macchinari aziendali sono stati illegalmente trasferiti e nascosti in capannoni nelle province di Milano, Brescia e Como e in parte venduti in Repubblica Ceca. Tutti i proventi ottenuti dalla vendita dei prodotti così distratti non sono transitati sui conti bancari della società, ma sono risultati invece destinati a rapporti bancari esteri riconducibili agli indagati.
Alle indagini hanno contribuito i finanzieri specializzati in computer forensics e data analysis, esperti in rilevamenti tecnici su dati informatici per recuperare, analizzare e documentare prove digitali, che hanno aiutato a individuare i luoghi di stoccaggio della merce ben occultati e intestati a prestanome. Sono stati recuperati e sequestrati beni strumentali e 30mila prodotti casalinghi per un valore di 2,3 milioni di euro.





