Scoppia la polemica politica sui rincari che colpiranno a breve alcu servizi sociali del Comune di Como. La delibera approderà nell’apposita commissione giovedì prossimo per poi passare al voto del consiglio.
Per quanto riguarda le voci specifiche, il servizio di assistenza domiciliare per anziani e disbaili oggi gratuito per chi dichiara un reditto Isee fino a 6.500 euro, mentre dopo si pagheranno 81 centesimi all’ora. Mentre la tariffa massima, che ora di ferma a 15 euro e 73 centesimi, passerà a 20 euro e 19.
Nuove tariffe ritoccate in alto anche per i pasti caldi a domilicio per anziani e disabili: prima fino al tetto dei 6.500 euro di reddito Isee erano gratuti, poi nella stessa fascia ogni pasto costerà 33 centesimi. Poi la tariffa massima passerà dagli attuali 6 euro e 25 centesimi a 8 e 14.
Diventerà a pagamento anche il servizio di assistenza domiciliare per minori e disabili, oggi completamente gratuito. Fino a un Isee di 6.500 euro si pagheranno 88 centesimi all’ora, da 6.500 a 24mila euro una cifra compresa tra 89 centesimi e 17 euro all’ora, e infine per redditi Isee oltre i 24mila euro la tariffa sarà di 22 euro all’ora.
Le novità sono contestate da Anna Veronelli, di Forza Italia: “Con questo provvedimenti si colpiscono le fasce più deboli della popolazione”.
Di tutt’altro avviso l’assessore ai Servizi Sociali, Bruni Magatti, che specifica come il documento con le nuove tariffe sia stato approvato all’unanimità dall’assemblea dei sindaci, nell’ambito dei Piani di zona.
“Si tratta di un provvedimento condiviso da ben 24 sindaci per uniformare il sistema – dice Magatti – Il principio seguito è quello della compartecipazione del cittadino ad alcuni servizi, che non possono essere pagati interamente dalla collettività. Le tariffe sono equilibrate – chiude Magatti – Inoltre siccome alcuni servizi vengono aggiudicati tramite gara, i costi inevitabilmente aumentano e devono essere coperti”.